Olav Fyske Tveit, pastore della Chiesa luterana norvegese, dal 2010 Segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, è l’autore di un interessante saggio su una categoria – la mutua responsabilità – del cammino ecumenico: cosa le Chiese stanno facendo, nel mondo per rendere sempre più manifesto il loro desiderio di vivere la comunione?
Gottfried Hammann, a lungo docente di Storia del cristianesimo e della Chiesa presso la Facoltà di Teologia di Neuchâtel, impegnato in prima persona nel dialogo ecumenico, membro del Gruppo di Dombes, autore di numerosi saggi storico-teologici, tra i quali va ricordato almeno Storia del diaconato (Bose, Qiqajon, 2004), offre un’interessante presentazione del dialogo ecumenico in una forma particolarmente suggestiva, costruita sull’idea che i cristiani devono vivere l’ecumenismo come un cammino quotidiano, che li rende «pellegrini» nella misericordia di Dio.
«Al cospetto della storia millenaria del popolo ebraico, la ricorrenza del centocinquantesimo anniversario della fondazione della Comunità di Milano può celebrarsi leggiadramente come se si trattasse del compleanno di una fanciulla»: con queste parole Gad Lerner apre la sua prefazione al volume di Rony Hamaui, direttore generale de Mediocredito Italiano e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dedicato alla storia della comunità ebraica di Milano
Assisi, la città di san Francesco, negli ultimi tre decenni ha visto incontrarsi, su invito della Santa Sede, a livello ufficiale quindi, i leader di molte fedi, motivati dal desiderio di mostrare al mondo il loro impegno per la pace.
Nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996 sette monaci trappisti francesi vennero rapiti dal monastero di Tibhirine, una località dell’Atlas algerino nell’arcidiocesi di Algeri: poche settimane dopo, il 21 maggio, vennero uccisi da uomini che, nascondendosi dietro motivazioni religiose, volevano interrompere quel fecondo dialogo che grazie alla presenza e alla testimonianza della comunità di Tibhirine aveva mostrato quanto uomini e donne di buona volontà potevano fare per la pace, pur appartenendo a religioni diverse.
Il domenicano Jean-Marie Tillard (1927-2000) è stato uno dei più originali teologi della XX metà del secolo, soprattutto nel campo della teologia ecumenica, al quale era stato introdotto da Yves Congar (1904-1993), del quale Tillard era stato allievo, come amava spesso ricordare. Della passione ecumenica di Tillard, la cui produzione scientifica è vasta e articolata per contenuti e generi letterari, come testimoniano le monografie L’évêque de Rome (1982), Église d’Églises. L’ecclésiologie de communion (1987) e L’Église locale. Ecclésiologie de communion et catholicitè (1995), viene ora proposta una prima sistematica ricostruzione da parte di Pascal Watine Christory, che ha dedicato la sua tesi di dottorato discussa presso la Facoltà di Teologia dell’Università di Lille proprio a questo tema.
Giuseppe Buffon, professore di Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Antonianum, autore di numerosi e interessanti studi sulla storia e sulla storiografia dell’ordine francescano, offre una ricostruzione puntuale del Centro pastorale per le missioni interne in un arco cronologico, dal 1950 al 1970, che comprende gli anni del concilio Vaticano II (1959-1962), individuati come un passaggio fondamentale nel ripensamento missionario, che si confronta anche con il dialogo ecumenico.
Per la Chiesa Cattolica il Dialogo Interreligioso ha assunto una dimensione del tutto nuova con la celebrazione del Concilio Vaticano II..
«Chiamati per annunziate a tutti le opere meravigliose di Dio» (1 Pietro 2,9) Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 Gennaio)
«Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa ce appartenga al tuo prossimo»XXVII Giornata per l'approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra Cattolici ed Ebrei